mercoledì 5 settembre 2012

Un dono inatteso


Tra le molte parole e frasi scritte  in questi giorni sul conto del Cardinale Carlo Maria Martini, ve ne sono alcune che fanno arrestare il nostro distratto cammino di tutti i giorni facendoci volgere lo sguardo a questo mite e discreto compagno di viaggio, che appariva, a chi non lo conosceva da vicino, come uomo schivo e timido, caratteristiche che  non sono tali da suscitare gli oceanici entusiasmi di figure più carismatiche. 
La citazione indiana, che Martini spesso richiamava, sulle età dell'uomo (si impara, si insegna, si riflette, si mendica) colpisce ed, inizialmente, stupisce.  Soprattutto l'ultima età. “Nella quarta, si mendica” sono le parole più inattese, ma anche le più vere. Nella vecchiaia, si mendica. Non necessariamente si mendicano i beni materiali. Quanti di noi hanno ogni ora sotto gli occhi persone care anziane, difficilmente avranno finora pensato a questa faccia della realtà, ma ora che la citazione amata dal Card. Martini giunge alle nostre orecchie, vediamo i nostri cari in modo diverso (ed anche questo è un dono). Sì, "nella quarta, si mendica": compagnia, aiuto, amore, pazienza. Che Dio ci aiuti a darne, quando siamo nelle prime tre età, e ad averne, alla fine.
Un altro motivo di riflessione che sorge avvicinandoci alla figura di Carlo Maria Martini, è il pensiero della morte. Da quel che si legge, egli non la temeva; temeva invece la transizione verso di essa. Il passaggio. E' stato detto: come Gesù nell'orto del Getsemani. Ma si può anche dire: come ogni uomo. Il tema della morte è un tema centrale per il cristiano. Al cristiano la morte non fa paura in sé: la teme, ma non per sé stesso, bensì per la mancanza che produrrà in chi gli vuole bene. E per lo stesso motivo teme quella delle persone alle quali è legato.
Quest'uomo col quale abbiamo avuto la fortuna – inconsapevoli molti di noi  – di fare un tratto di cammino insieme in questo mondo, forse era una di quelle rare persone che amano capire e che hanno imparato come fare: si ascolta, soprattutto ciò che ci appare lontano e diverso da noi, si ascolta soprattutto ciò che ci sembra di non poter condividere. Si ascolta in silenzio, con profonda attenzione, e ci si pensa senza il pregiudizio delle nostre convinzioni fino ad allora maturate. Nessuno ha convinzioni tutte giuste; nessuno ha convinzioni tutte sbagliate. Più si è allenati,  più si può regalare al prossimo, con poche, miti ma sapienti parole - senza clamori e senza grida - il distillato essenziale della nostra capacità di pensiero. Così in fondo si può credere che abbia saputo fare nella sua vita il Cardinale Carlo Maria Martini, nella nostra colpevole distrazione.

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