mercoledì 22 agosto 2012

Il tifoso resuscitato


Il tifoso viola in queste settimane è come Lazzaro resuscitato. Solo due mesi fa regnava il più cupo pessimismo, non si vedevano sviluppi alle promesse di Andrea Della Valle; la società - nonostante l'allontanamento del vecchio DS - pareva ancora affetta dal virus corviniano dell'inconcludente tergiversare: la scelta del nuovo allenatore, del Direttore Sportivo, le prime mosse dell'indispensabile rifondazione dell'organico della squadra mostravano una sconfortante paralisi. Ci si domandava se l'epoca Della Valle fosse veramente alla fine, se i marchigiani stessero ormai liquidando l'esperienza viola cercando di subire il minimo possibile dei danni. Erano previste cessioni importanti, ma sugli arrivi solo voci di nomi di scarsa presa, apparentemente in disarmo, da prendere magari in prestito per impegnarsi il meno possibile, pronti in ogni momento all'abbandono finale.
Poi la svolta. I sali che hanno fatto riprendere il tifoso dallo svenimento nel quale stava scivolando. Un Direttore Sportivo di prima linea, affiancato dall'esperto del mercato estero Macia, un allenatore giovane e dalle idee chiare, e poi le operazioni di mercato, che hanno denotato chiarezza d'intenti, capacità di negoziazione sul mercato a trecentosessanta gradi, decisione, oculatezza. In pochi giorni sono arrivati Viviano, Fernandez, Rodriguez, Valero, Pizarro, Aquilani, El Hamdaoui, Cuadrado.
Senza che siano state fatte follie sul piano degli esborsi, la squadra è stata veramente rinnovata e riequilibrata attorno al talento di Jovetic. Ed è questo il nodo più grosso in questo momento. Un nodo da sciogliere, ma in tutta serenità. La società e il nuovo DS hanno fatto vedere di non voler ripercorrere gli affannosi sentieri del passato, con scelte non programmate, restando regolarmente col cerino acceso in mano ad ogni minimo imprevisto. La società vuole tenere Jovetic, ed ormai è prevedibile che ci riesca. Tuttavia, se dovesse giungere una offerta irrinunciabile, sarà anche pronta ad agire: molto probabilmente Pradé sa già come intervenire se da qui al 31 agosto la società dovesse decidersi alla cessione suo giovane campione. Non sarebbe una tragedia: la squadra è già sufficientemente rinforzata, l'organico è equilibrato, costruito secondo le indicazioni dell'allenatore e non (come in passato) imposto all'allenatore da un DS che seguiva le proprie strategie a volte incomprensibili, costruendo squadre piene di doppioni in alcuni ruoli e totalmente scoperte in altri. Se parte Jovetic, arriverà un buon giocatore al suo posto, oltre a tanti soldi. Si può essere fiduciosi.
Ma, a parte Jovetic - che resti come è auspicabile, o che parta per essere degnamente sostituito - rimane un ultimo passo da fare per la società, per completare il buon lavoro fin qui svolto. Occorre un bel centravanti. Lo ha detto anche Montella: ci vuole uno che la butti dentro. Il calcio è un gioco che ha la finalità di mettere la palla nella rete degli avversari. Ma c'è da credere che arriverà. Non arriverà uno famosissimo (e costosissimo). Arriverà una buona punta efficace in grado di fare i gol, finalizzando una manovra di gioco che la squadra finalmente pare in grado di svolgere, a differenza di quel che abbiamo dovuto vedere, e soffrire, negli ultimi due campionati.

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