In questi giorni la stampa ha riportato la notizia secondo la
quale un noto armatore ha commissionato alcune navi da crociera di nuova concezione, dal ponte delle quali il viaggiatore avrà l'impressione di
vedere il mare dalla terraferma. Il viaggiatore lascerà quindi
la terraferma di fronte al mare per imbarcarsi su una nave dalla
quale vedrà il mare proprio come lo avrebbe visto dalla
terraferma.
Si tratta di una scelta strategica -
quella dell'armatore – volta a cogliere al meglio l'evoluzione del
mercato, essendo ormai sempre meno i terrestri che, quando decidono
di imbarcarsi, lo fanno per andar per mare. Ormai si lascia la costa, ci si imbarca su una nave e si va al largo solo per poter
vedere meglio com'è il mare dalla costa. Gli armatori di navi
da crociera che non si adegueranno saranno ben presto abbandonati dai
clienti ed i loro equipaggi passeranno il loro tempo a guardare il
mare dalla terraferma, quella vera, con una consunta pipa di cocco in
bocca e il berretto sulle ventitré, commiserati dai più.
Si va verso la società del terzo
millennio, quella nella quale l'apparenza supera in valore la realtà
e dove, partendo dal reale, ci s'imbarca verso l'irreale per vedere
meglio il mondo da una sponda falsa che dia l'impressione di essere
quella vera - e tanto più questa falsa impressione si avvicinerà al vero quanto più essa ci soddisferà. Naturalmente
il massimo sarebbe che quella agognata falsità fosse vera, ma
allora dovremmo ricominciare daccapo. Sarà la nave giusta,
quella sulla quale ci stiamo imbarcando? Ci porterà verso un
mondo nuovo sì, ma anche apparente. Quello reale lo lasciamo
tutto ai vecchi marinai disoccupati rimasti a scrutare il mare dalla
terraferma. Quella vera. Sperando che ci facciano un po' di posto, lì
sulla panchina in fondo al molo.
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