martedì 18 febbraio 2014

Scherzi e cose serie, molto serie.

Lo scherzo giocato oggi da "La Zanzara" all'ex ministro Barca non è una burla, ma un fatto molto grave.
Fabrizio Barca, esponente della sinistra del PD e già ministro nel governo Monti, è stato raggiunto per telefono da un interlocutore che, fingendosi Vendola ed imitandone la voce, ha avviato un discorso sull'attuale momento politico. Qui Barca, ignaro che si trattasse di uno scherzo,  ha iniziato uno sfogo che ha riguardato il suo dissenso sull'operazione Renzi, giungendo poi a lamentarsi delle pressioni che avrebbe ricevuto per entrare nel governo: ha infatti sostenuto che la staffetta Letta-Renzi è stata sponsorizzata da De Benedetti, proprietario del gruppo editoriale La Repubblica, e che per la formazione del governo lo stesso De Benedetti avrebbe fatto pressioni continue ed insistite - non si è capito se direttamente o tramite giornalisti dipendenti del suo gruppo editoriale -  perché lo stesso Barca accettasse di far parte del governo.
De Benedetti ha subito smentito; una giornalista, citata da Barca, ha precisato di aver sì preso contatti con Barca, però  non su mandato del suo datore di lavoro, ma in quanto giornalista e quindi semplicemente per avere informazioni. La precisazione della giornalista può avere il suo fondamento - e poi si vedrà, se Barca deciderà di essere più preciso - mentre il riferimento a De Benedetti è molto più attendibile proprio per le modalità con le quali la rivelazione è stata carpita all'ignaro ex ministro. 
Partendo da questa oggettiva attendibilità si delinea una situazione molto grave. 
Un cittadino svizzero, quale è De Benedetti, che ha importanti attività imprenditoriali in Italia, anche nel campo dell'informazione ma non solo, sarebbe l'ispiratore, o comunque il cooperatore, di una operazione politica che ha portato alla caduta di un governo della Repubblica Italiana  e si starebbe occupando della scelta dei ministri del nuovo governo. 
E' un fatto unico nel panorama delle democrazie occidentali: un privato cittadino straniero influisce dall'estero sugli equilibri governativi di un Paese nel quale egli è titolare di rilevanti interessi economici. 
Si immagina che nei prossimi giorni la magistratura valuterà la sussistenza di ipotesi di reato in tali interferenze negli aspetti istituzionali della Repubblica Italiana e che agirà di conseguenza.
Sul piano politico, si conferma una convinzione: i conflitti di interesse politica-informazione- imprenditoria devono essere inflessibilmente combattuti, soprattutto quelli occulti, i quali proprio per questo sono più pericolosi per la democrazia di quelli palesi.

Nessun commento:

Posta un commento