mercoledì 7 dicembre 2011

Politica e tecnica

In questa fase particolare e, purtroppo, forse irripetibile assistiamo a spettacoli come Ballarò dove competenti  ministri tecnici parlano assennatamente, con equilibrio e competenza, delle materie loro assegnate, ma sono al cospetto di un uditorio da curva sud e curva nord, che capisce solo quel che vuol capire (ed è scelto probabilmente per questo) e che è lì presente per fare il tifo per esponenti  di varia catalogazione i quali, come talora lo stesso conduttore, mostrano difficoltà intellettuale ad abbandonare la deplorevole consuetudine dell'irrisione verso le opinioni dell'avversario, se non proprio verso la sua persona, della violenza verbale, della partigianeria palese o strisciante, senza essere in grado - ciò è ora reso più evidente dal confronto diretto con chi le “cose” le conosce davvero -  di affrontare seriamente i problemi che vengono dibattuti (perché li conoscono poco), preoccupati come sono, soltanto, di portare acqua propagandistica ai loro ormai fatiscenti mulini, materia nella quale essi sono invece ferratissimi.
Sarebbe auspicabile che, in una fase di “governo tecnico” come questa, si passasse anche al “talk show tecnico”, dove esponenti del governo e qualificati esperti di orientamenti politici e sociali diversi potessero discutere dei vari argomenti esponendo pacatamente, con equilibrio, rispetto e competenza, le proprie opinioni e le proprie proposte in merito ai problemi della collettività, pronto ciascuno a far tesoro dell'idea utile dell'altro.
Ma ... questo sarebbe un profilo tecnico ? No, forse proprio questa è la politica. La politica che abbiamo perso e che dobbiamo ritrovare.

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