giovedì 10 novembre 2011

I pericoli nella transizione

In questi ultimi tempi, può sorgere il sospetto che i “mercati internazionali” abbiano perso fiducia nel nostro Paese non tanto perché guardano al nostro debito pubblico, al suo rapporto col PIL, alla nostra mancata crescita, all'inettitudine di un governo che non ha mai avuto voglia di governare ed è stato lì solo per togliere il posto ad altri (che avrebbero fatto lo stesso, beninteso). No, il sospetto è che la crisi di fiducia nel nostro Paese derivi dal fatto che ogni mattina i “mercati internazionali”, da qualche tempo, per prima cosa, appena fatta colazione, corrano a leggere i vari blog italiani dove noi privati cittadini parliamo di politica.  Ed è lì – nei nostri interventi – che essi trovano motivo per fare pessimistiche previsioni sul nostro futuro. Ora, lasciando da parte l'evidente paradosso, le discussioni che si fanno in rete sono quasi sempre di mero “schieramento”: chi è stato più bravo e chi più cattivo, chi non vorremmo vedere più in televisione (i nostri nemici, ovviamente) e quali politici ci sono più simpatici (quelli della nostra parte, naturalmente: gli altri - solo gli altri -  sono notoriamente dei lestofanti), con chi si deve alleare e con chi non si deve alleare il tale partito per “vincere” (non certo per fare del bene al Paese) ecc. ecc. In un momento come questo, non stiamo discutendo sulle soluzioni da adottare per cercare di risollevarci: noi litighiamo su quale sia il modo migliore perché lo schieramento avverso a quello al quale apparteniamo, perda. Questa sembra essere la nostra unica preoccupazione. Siamo ancora preda delle nostre vecchie appartenenze ideali, delle quali ormai - e non vogliamo capirlo – come della rosa resta solo il nome (e nemmeno più l'Eco), ed una vaga, inconfessata nostalgia priva ormai di ogni speranza.
Oggi si apre uno spiraglio positivo con la notizia di un  probabile incarico a Mario Monti per un governo serio e autorevole nei suoi componenti. E' la strada del buon senso e l'unica che ci è rimasta. Tuttavia l’ottimismo per uno sviluppo di questo tipo viene purtroppo attenuato alla luce di quel che hanno fatto capire i “soliti noti starnazzanti” a Porta a Porta di ieri sera: destra e sinistra sanno che il nuovo governo dovrà assumere decisioni impopolari, e loro – più che al bene del Paese – pensano soprattutto al bene dei loro partiti alle prossime elezioni. C’è quindi da temere che sia gli uni sia gli altri, dopo aver accettato di buon grado un Governo Monti, sulle signole misure da adottare vorranno addossare all’avversario la responsabilità delle decisioni più pesanti, paralizzando l’azione risanatrice. Questo sarà il problema.

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